Risultato della ricerca: manifestazioni storiche
manlio.bottegoni
Gioiello del Parco regionale del Monte Cònero, Portonovo si distende in un contesto naturale ancora intatto, dove la macchia mediterranea arriva a toccare l\'acqua cristallina del mare. L\'arenile formato da una frana staccatasi da Pian Grande in epoca remota, risplende dei bianchi ciottoli di pietra del Cònero, levigati continuamente dalle onde. Il territorio di Portonovo, è parte integrante del Cònero, un monte abitato fin dalla preistoria e ne ha seguito le sorti: piceno, dorico, romano, bizantino, pontificio, francese, e infine, italiano. Nel medioevo questa zona era contraddistinta da tracce di vita monastica , con eremiti alla ricerca di silenzio e solitudine. La sua spiaggia fu punto d\'approdo e predaggio di navi turche. Di ciò si incontrano significative testimonianze storiche quali la torre di guardia eretta nel \'700 a difesa dai pirati e il Fortino Napoleonico baluardo militare ora adibito ad albergo.
mauriziot
... per i vicoli di Trinidad, la città coloniale di Cuba meglio conservata ma, proprio per questo, anche la più turistica; in questo caso l'auto anni '50 è perfettamente restaurata e ben conservata; valorizzerebbe qualsiasi collezione di auto storiche. Cuba, gennaio, 2015
en.giuliani
La Cappella di Santa Kinga è la più grande e la più elaborata di quaranta cappelle nella miniera di salgemma di Wieliczka nelle viscere della terra a circa 110 mt. di profondità. La miniera raggiunge una profondità di 327 metri e presenta gallerie e cunicoli per un\'estensione totale di più di 300 km. di cui 3,5 km disponibili per le visite turistiche che includono statue di figure storiche e mitiche, tutte scolpite dal minatori direttamente nel sale. Anche i cristalli dei lampadari e dei candelieri sono stati forgiati nel sale.
en.giuliani
Lenotizie storiche sulla città risalgono a uno scritto in onore del proconsole Marco Fulvio Nobilior dello storico romano Tito Livio, in cui è nominata una località denominata Toletum, dicendo che "parva urbs erat, sed loco munita", cioè che era una piccola città, ma forte per la sua posizione. È infatti circondata per due terzi dal fiume Tago, come si vede dalla foto, sul quale i Romani costruirono un ponte, più tardi ingrandito e restaurato dagli Arabi. Il nome sembra derivare dal suo supposto fondatore, ovvero il Console romano Tolemon.
IvoMarkes
Da 8–20 cm di diametro, colore da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso e a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la consueta forma a fungo. Il consumo di questo fungo causa l'insorgenza della cosiddetta sindrome panterinica, che prende il nome da un altro fungo appartenente alla stessa famiglia, Amanita pantherina. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo, come: l'acido ibotenico, il muscimolo e il muscazone. La sindrome è caratterizzata da manifestazioni come: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
CZPhoto
Presepe della Marineria di Cesenatico realizzato con personaggi a grandezza d'uomo posti a borbo delle barche storiche ancorate nel porto canale leonardesco di Cesenatico.
EmanueleBasile
Durante la manifestazione di una sagra di paese un giovane artista di strada gioca con la maschera con altri figuranti
MAURY06
Su e zo per i ponti - 7 Aprile 2019
jekill
Nella parte nord della Piana di Marcesina si trova una piccola chiesetta dedicata a San Lorenzo. La chiesetta è dedicata al Santo che, secondo un’antica leggenda, scese sulla Piana per difendere i pastori locali dagli usurpatori della Valsugana: tutta la Piana è infatti disseminata di pietre (di origine morenica, la cui asportazione è peraltro vietata da un Decreto del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali) che secondo la leggenda sarebbero le stelle cadenti scagliate dal Santo per spaventare i valsuganotti. Questa chiesetta venne ricostruita, nel 1925, dopo che i bombardamenti della guerra la distrussero quasi completamente. Al suo interno si possono osservare le varie fasi storiche riprodotte in interessantissime fotografie d’epoca.
MAURY06
I fuochi erano accompagnati a ritmo di musica. Uno spettacolo nello spettacolo.
gian_dudu
Cascine storiche - Colombarone - fraz. Sforzesca - Vigevano .
EmilioPaolo
La Cascata di San Valentino, a Sadali, è un gioiello naturale unico nel suo genere. Sadali è l’unico paese dell’entroterra Sardo che presenta una cascata all’interno del centro abitato. Secondo fonti storiche, nella prima metà del XX secolo, all’epoca era il solo caso in Europa. Alta circa 7 metri, la forza dell'acqua che vi scorre in passato era utilizzata per movimentare i mulini infatti, come potete vedere, accanto ad essa è stato costruito un mulino, che manco a farlo apposta la rende ancora più pittoresca e fiabesca. Il mulino è tutt'oggi visitabile, e vi sono conservati gli antichi attrezzi dei mestieri di un tempo. San Valentino, "su santu coiadori" (il santo che sposa), è il patrono di Sadali, che lo festeggia tre volte all'anno: oltre al 14 febbraio, anche l'8 maggio e il 6 ottobre. Davanti alla cascata è stata eretta la chiesa in suo onore. Dove viene devotamente custodito il simulacro di San Valentino. La leggenda vuole che un uomo anziano, che vagava portando con sé una statuina del santo, meravigliato dalla visione della cascata si fermò ad osservarla. E quando decise di riprendere il cammino, nonostante gli sforzi, non riuscì a smuovere la statua. Da quel momento gli abitanti del borgo custodirono devotamente il simulacro del Santo ed eressero la chiesa a lui dedicata. La suggestiva cascata, da tempi immemori, è meta di pellegrini, che oggi come in passato, vi si recano per chiedere la grazia di trovare l'anima gemella. Numerose coppie scelgono ancora oggi di trascorrere il giorno di San Valentino a Sadali per ammirarla, e per suggellare la loro unione, chiedendo la benedizione di San Valentino.
angel53
gruss aus in tedesco significa saluti da…. Sembra che le prime cartoline illustrate con questa dicitura siano nate in Germania nel 1870. Erano dei collage litografici dove si affiancavano a vedute paesaggistiche, figure rappresentative di scene di vita quotidiana o costumi del posto. Con il crescere del turismo si moltiplicò l’uso delle cartoline e l’assenza di una qualsiasi normativa consentì a qualsiasi fotografo di diventare editore di se stesso riproducendo e vendendo cartoline attraverso in particolar modo i chioschi, le tabaccherie, ecc. Io sono figlio di un fotografo e le cartoline del mio paese ma anche di quelli viciniori erano riproduzioni di suoi scatti e spesso sono diventate e restate le uniche testimonianze storiche di un mondo scomparso. La storia delle cartoline è una storia di fotografia figlia di un dio minore tuttavia non da trascurare perché spesso è stato l’unico modo per portare a casa un ricordo in quanto non è che tutti girassero a quei tempi con reflex al collo e smartphone in tasca. Vi chiederete il perché di tutto questo. Se qualcuno ha voglia di andare nella sezione software del forum troverà un thread in cui un utente chiede come ha fatto Salvo a riprodurre la kodachrome. Nessuno si è preso la briga di leggere la presentazione/spiegazione di Salvo, ma si sono tutti ingegnati a suggerire plugin di varia specie. L’immagine non è stata ottenuta con plugin ma, come tante altre foto dell’autore, attraverso opportune regolazioni del dispositivo, tali da cercare di rendere, per quanto possibile, il colore della kodachrome, già in fase di scatto, questo chi frequenta la gallery di Salvo lo sa bene. Un utente ha definito la foto di Salvo una “stampa cartolina” con tono, spero di sbagliarmi, che mi è apparso spregiativo. Ecco il perché di questa rivendicazione dell’importanza della cartolina. Non è una questione di nostalgia, io credo che se non si conosce il passato, il presente non sarà in grado di preparare alcun futuro.
stefano_fiori
Pur gravemente danneggiata dallo scorrere inesorabile del tempo, la Torre di Paola è una delle strutture difensive più riconoscibili della spiaggia di Sabaudia. Venne costruita nel 1563 su committenza di Papa Pio IV, e il progetto fu affidato a Bernardino da Udine, che realizzò una struttura a pianta centrale adatta alle esigenze del periodo, ovvero alla difesa dei confini e delle spiagge dagli attacchi dei saraceni. Allo stato attuale, la Torre di Paola è oggetto di manifestazioni di interesse per il recupero e la conserazione della struttura monumentale
sebastianocalleri
Voglio rendere il giusto e meritato omaggio, ad un amico fedele che ieri si è spento a causa dell'ignoranza e della malvagità dell'uomo,che va seminando morte con esche avvelenate,per il barbaro gusto di uccidere i poveri e inconsapevoli animali che si trovano a circolare.Ieri è stato un giorno di grande dolore per la mia famiglia e non mi vergogno nel dire che ho pianto come un bambino.Tutta la notte ho avuto davanti agli occhi,la sua allegria e le grandi manifestazioni di amore che riservava a tutti i componenti della mia famiglia e non solo.Zancho era un possente Pastore Tedesco di proprietà di mia figlia,intelligentissimo e di una dolcezza unica...ma soprattutto era il cane che tutti vorrebbero avere! Addio Amico sincero a quattro zampe,sei stato e resterai per sempre nel nostro cuore.
IvoMarkes
Da 8–20 cm di diametro, colore da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Allo stadio giovanile è chiuso e a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la consueta forma a fungo. Il consumo di questo fungo causa l'insorgenza della cosiddetta sindrome panterinica, che prende il nome da un altro fungo appartenente alla stessa famiglia, Amanita pantherina. L'insorgenza di tale sindrome è dovuta alla presenza combinata di sostanze neuroattive nel fungo, come: l'acido ibotenico, il muscimolo e il muscazone. La sindrome è caratterizzata da manifestazioni come: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
DanieleR76
Tripletta di auto storiche al museo Alfa-Romeo di Arese